Recentemente, in compagnia di Antonio Grimaldi (Fiorentino che vive nella Franciacorta, agronomo specializzato in enologia) ho avuto l’occasione di incontrare ed intervistare Josef Engelhart, Presidente dell’Associazione Piwi International. Gli abbiamo chiesto di parlare dei vitigni resistenti e della loro sostenibilità ambientale, dell’associazione che presiede, del mercato per i vini Piwi e di agronomia. E’ stato molto interessante e davvero un piacere incontrarlo.
(intervista e montaggio di Patrizia Capoferri)
Josef Engelhart è ricercatore, viene dalla Germania dove studia e fa sperimentazioni sulle varietà Piwi da 40 anni. Piwi International conta 500 membri in Europa ed è stata fondata nel 1999 in Svizzera da 10/20 viticoltori matti, come dice lui, matti perché aperti di mente ed alle sperimentazioni, aggiungo io (in Italia sono neonate ma attive le associazioni, Piwi Lombardia, Piwi Trentino, Piwi Friuli Venezia Giulia e Piwi Piemonte n.d.r.).
Piwi significa “environment-friendly fungal resistent grape varietis” ossia vitigni eco-compatibili e resistenti ai funghi ed alle malattie della vite e sono sostenibili perché necessitano di meno trattamenti in vigna, spiega Josef, “si possono risparmiare fino al 90% di trattamenti chimici. Ottimo per i vignaioli, per l’ambiente, per il suolo e per i vini naturali” .
I vitigni Piwi sono il frutto di continui ri-incroci attuati in fase di sperimentazione “Attualmente abbiamo molte varietà nuove e queste varietà sono le nipoti di alcune che provengono dagli Stati Uniti” ma nei vitigni resistenti solo una piccola percentuale è vite caucasica o americana, infatti i codici genetici per “l’80% vengono dall’Europa, i vitigni sono abbastanza simili a quelli europei, abbiamo anche nuove varietà fruttate e speziate e le nuove generazioni apprezzano questi nuovi gusti” aggiunge Josef. Ottima notizia!
Antonio prosegue con sguardo da agronomo ed enologo con qualche altra domanda, ne riporto solo alcune, per le altre gustatevi la video intervista…
A causa del surriscaldamento globale “il clima il sta diventando sempre più caldo, tu pensi che queste varietà siano più adatte per il nord Italia o possono essere adatte ad ogni tipo di clima?” “Tutte le varietà Piwi arrivano dal mondo Germanico, come se la cavano con il clima mediterraneo?
“Anche in Germania il clima diventa sempre più caldo e queste varietà, che sono a maturazione ritardata, sono molto adeguate per le vigne sulle terrazze e le alte pendenze dove c’è da fare molto lavoro manuale”.
“Come si combinano queste nuove varietà interessanti con i vini tradizionali italiani e con le denominazioni territoriali?”
“I vitigni Piwi sono il futuro perché tra diversi anni non avremo più petrolio economico”.. “E l’agricoltura tradizionale consuma 800 litri di petrolio per ettaro mentre per le culture PIWI si consumano solo 100 litri di diesel” .. “quindi noi ci portiamo avanti e facciamo esperienza” “Anche perché le sostanze chimiche restano nell’acqua per 11 anni.. questo è molto importante per il futuro e per i nostri bambini”.
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