Chi è oggi #vinoumano? E’ un giovane, fresco e vivace.. il Valtènesi 2014 (Valtènesi DOC da uve groppello) di Pasini San Giovanni raccontato da Sara Pasini. Espressione autentica del microclima della Valtènesi, è un vino rosso ottenuto unicamente dal vitigno autoctono groppello che proprio sulle colline lombarde del Lago di Garda trova il suo habitat ideale.
Come ci spiega Sara il Valtènesi da uve groppello di Pasini San Giovanni è vino fresco, vivace, fruttato ed è tra i più rappresentativi dei vini della Valtènesi. E’ vinificato con un contatto pellicolare di 12-15 giorni, con frequenti rimontaggi, per estrarre dalla buccia sottile dell’acino la sua forza gentile ed elegante. È un vino unico perchè capace di unire la morbida tannicità persistente del suo frutto ad una straordinaria bevibilità.
Come si presenta quindi alla degustazione? Il colore è rosso granato. Il profumo è di fragola, lampone, mora di rovo e mirtillo, di stupenda maturità e notevole ampiezza. Ha un gusto sapido ed equilibrato, persistente nei suoi tannini morbidi, con un lungo finale armonico. Il corpo è snello ed elegante, con decisa nota speziata. Si abbina ad arrosti, grigliate, spiedi e formaggi saporiti. Assaggiamolo..
L’azienda vinicola Pasini San Giovanni fu fondata da Andrea Pasini nel 1958 ed è attualmente condotta dalla terza generazione di vignaioli della famiglia Pasini.
Si estende su 36 ettari vitati di proprietà, tra Valtènesi e Lugana, sulla riviera bresciana del Lago di Garda ed ha sede a Raffa di Puegnago, in località San Giovanni, toponimo locale da cui prende il nome.
L’azienda è associata ai consorzi di tutela delle denominazioni Valtènesi e Lugana e appartiene al gruppo dei Vignaioli Indipendenti FIVI, un’associazione di viticoltori e vignaioli che difendono la terra che coltivano e si riconoscono nel vino che producono.
La cantina e l’intera azienda puntano al raggiungimento della piena sostenibilità ambientale, sono alimentate da un impianto fotovoltaico dal 2009 e sono in un progetto di valutazione dell’impronta carbonica. Nel 2009 infatti è iniziata la produzione dell’energia in proprio ed un lungo processo di analisi della filiera produttiva che ha portato alla certificazione dell’impronta carbonica, ovvero del peso in termini di emissioni di gas serra dell’intera produzione aziendale. Questa analisi ha permesso di eliminare dalle prassi aziendali alcuni comportamenti negativi ai fini dell’impatto ambientale (dalla concimazione con elementi chimici all’utilizzo di bottiglie pesanti) per arrivare nel 2014 alla conversione ufficiale all’agricoltura biologica con l’intento di promuovere una viticoltura ed un’enologia naturali, perché controllate in ogni aspetto e fortemente legate all’equilibrio territoriale stesso.